06/06/12

Psicologa -Terremotata

Riflessioni dopo il terremoto....
Terremoto: Unisce o divide?
Da 20. Maggio 2012 tutti gli Emiliani vivono il periodo particolarmente angosciante e imprevedibile. Tempo, dove si attivano:
- le capacità individuali di sopravvivenza,
- le risorse per affrontare la situazione di  crisi,
- la solidarietà con quelli che soffrono, ecc.

Si può osservare che ognuno di noi si comporta in modo diverso:
-         Sono le persone che dormono in macchina, anche se loro casa è agibile,
-         Sono le famiglie che dormono in tenda, stando tutto il giorno fuori (visto che le scuole sono chiuse, i bambini giocano fuori),
-         Sono le persone che continuano dormire a letto proprio, anche se propria la, le scosse le hanno svegliato.
-         Sono persone che hanno perso le proprie case e devono dormire in tenda, anche se vorrebbero tornare a casa, almeno per prendere le cose necessarie.
-         Sono anche questi che invece di evitare i paesi pericolosi, vanno la apposto, per aiutare, sapendo che rischiamo la propria vita.
Ogni persona ha la propria storia personale, le proprie preoccupazioni, ecc. Ma una cosa è sicura: ognuno di noi fa tutto quello che le fa bene, che la fa sentire un po più sicuro.
Ma cosa ci può sentire più sicuro la,  dove ogni giornata è una battaglia con le scosse, dove insicurezza di domani e la paura di tornare “al posto sicuro che dovrebbe essere la casa” sono le emozioni quotidiane di tutti noi.
Come oggi mi da la sensazione di sicurezza, di aver controllo sulla propria vita, di nuovo?
Per me, è cercare di continuare tutte le attività previste nell’agenda. Tornare a lavorare, uscire con amici, giocare con bambini, pulire la casa…
Questo non significa che dimentico degli sfollati, di questi che hanno perso la casa e dormono in tende. Ma oltre aiuto economico e psicologico, cosa posso fare di più? La vita “di prima” mi aiuta ricaricare le batterie, di avere più energia per poter aiutare le persone con sorriso, dandogli la forza e fiducia nel futuro.
Credo che questo tipo di esperienze unisce le persone che condividono la stessa situazione, dove le crisi precedenti al terremoto, perdono la loro importanza e emergono i valori più importanti (come valore della famiglia, dell’aiuto reciproco, ecc.).

Il terremoto divide la, dove prima tutto sembrava unito. Siamo belli, ricchi e felici, ma quando arrivano i primi problemi, tutti scappano e rimaniamo da soli. Cosa fare in questa situazione? Ci rendiamo conto quante poche persone sono rimaste vicino, che dobbiamo cavarcela da soli, che non possiamo illuderci che gli altri ci aiutino. Non più.
Allora, possiamo dire che le scosse ci servono. Servono a chi doveva fare  il resoconto della propria vita e guardare la, dove davvero vale la pena. Chi doveva fare la ripulita dei “amici veri” che in qualche modo ci stanno accanto.

16/10/11

Settimana della Salute Mentale a Modena (2011)

La prossima settimana nella provincia di Modena inizia la Settimana di Salute Mentale.


Non ho trovato informazioni su Internet, percio' vi mando il link della Programma:

20/07/11

Leadership strategico secondo Nelson Mandela


Essere un leader, insegnare agli altri come diventare leader.

Nessuno ci può insegnare meglio che Nelson Mandela, un rivoluzionario che attraverso la leadership tacita ha portato cambiamento nel proprio paese.
Come regalo dei suoi 90. Anni Nelson Mandela ci presenta le 8 lezioni di Leadership
.
Le indicazione sono davvero pratiche, perché sorgono dalla sua esperienza personale.
1.  1. Il coraggio non è l'assenza di paura - è ispirare gli altri ad andare oltre.
Racconta Richard Stengel - Nel 1994, durante la campagna elettorale, Mandela era su un piccolo aereo per volare verso i campi di sterminio di Natal e tenere un discorso ai suoi sostenitori Zulu. Quando l'aereo era a 20 minuti dall’atterraggio, uno dei suoi motori si ruppe. Alcune persone sull’aereo cominciarono a essere prese dal panico. L'unica cosa che li tranquillizzò era guardare Mandela, che tranquillamente leggeva il suo giornale come se fosse un pendolare sul suo treno del mattino che andava in ufficio. L'aeroporto è stato preparato per un atterraggio di emergenza e il pilota riuscì ad atterrare in modo sicuro. Quando Mandela andava sicuro in macchina, disse al suo amico: Ero terrorizzato lassù!
E questo è esattamente ciò che ha imparato a fare: far finta e attraverso l'atto di apparire coraggioso, ispirare gli altri.
2.   2. Condurre dal fronte ma non lasciare la vostra base indietro.
Mandela diceva che un problema non era una questione di principio, ma era una questione di tattica. Lui è un maestro tattico.
3.   3. Condurre da dietro  e lasciare che gli altri credano di essere davanti.
Il trucco di leadership è permettere di essere guidati. E' saggio, disse, convincere le persone a fare le cose e farle pensare che era la loro idea.

4.   4. Conoscer il tuo nemico - ed imparare il suo sport preferito.
In prigione Mandela ha imparato Africaans, la lingua dei Sudafricani bianchi, perché sapeva che un giorno dovrà trattare con loro. Sapeva anche tutti i giocatori di rugby, lo sport amato dai bianchi. Questo era la mossa strategica in due sensi: parlando lingua dei suoi avversari, poteva comprendere i loro punti di forza e di debolezza e sulla base di essi formulare le strategie. Ma egli avrebbe anche potuto essere lui stesso suadente con il suo nemico.

5.   5. Mantenere i vostri amici stretti - e gli avversari ancora più vicino.
Mandela ha creduto che abbracciando i suoi rivali era un modo di controllarli: sono stati più pericolosi per conto proprio che all'interno del suo cerchio di influenza.

6.   6. L’apparenza e’ importante e ricorda di sorridere.
A volte ci dimentichiamo la correlazione storica tra leadership e fisicità. George Washington era il più alto e probabilmente l'uomo più forte che entrava in ogni stanza. Dimensioni e forza hanno più a che fare con il DNA che con manuali di leadership, ma Mandela ha capito come il suo aspetto potrebbe sostenere la sua causa.

7.   7. Niente è bianco o nero.
La vita non è solo bianca o solo nera. Le decisioni sono complesse, e ci sono sempre i fattori concorrenti. E’ la tendenza del cervello umano, cercare le spiegazioni semplici, ma non corrisponde alla realtà. Niente è mai così semplice come appare.

8.   8. Dimettersi: anche questo conduce.
Sapere come abbandonare un’idea, compito o rapporto fallito è spesso la più difficile decisione che un leader deve prendere.

Insegnare leadership significa anche esserlo ogni giorno. Soprattutto il leader di se’ stesso.

Bibliografia - il post ho preparato sulla base di l’articolo su Time.